La Scuola italiana al tempo del corona-virus è uno dei temi più caldi del dibattito nazionale: ripartire vuol dire rimettere al centro il futuro di tutti, rimettere al centro il mondo della ricerca e dell'educazione. Se grande è l'incertezza e la confusione sotto il cielo della politica, un contributo, come sempre chiaro e puntuale, arriva dall'Accademia della Crusca che da venerdì 24 aprile ospiterà sul suo sito il Documento per la ripresa della vita scolastica.
Nell'intervento, firmato da Rita Librandi, Claudio Giovanardi, Francesco Sabati e promosso dall'Accademia della Crusca e dall'Associazione per la Storia della Lingua Italiana – ASLI, gli illustri studiosi mettono in guardia dai facili entusiasmi per la così detta DAD, la didattica a distanza che si sta rivelando uno strumento utile per resistere durante l'emergenza ma non può in alcun modo sostituire la Scuola in carne e ossa. «Auspichiamo - scrivono gli accademici - che questo documento possa favorire una discussione, nella società e nella scuola, sulle opportunità, ma anche sui limiti e i rischi, di un uso prevalente e non sufficientemente meditato della formazione a distanza».
Il documento riconosce i meriti dei docenti italiani che hanno «reagito in modo esemplare davanti all'emergenza della pandemia, dimostrando piena consapevolezza del proprio ruolo e dell’alto valore che la formazione assume nella società». Tuttavia «la scuola è un’aula e non un video» si legge nel testo (in allegato all'articolo) che individua puntualmente tutti gli aspetti carenti e assolutamente problematici di una didattica ridotta ad una mera interazione virtuale.
Da dove ripartire allora? Bisogna ripartire dalla persona umana : rimetter al centro i discenti e i docenti, investendo su di loro e non sui soli mezzi tecnologici dietro cui, a volte, si celano potenti interessi commerciali. Il documento dell'Accademia della Crusca si conclude con un accorato appello:
« Come si è riconosciuta inadeguata la forza numerica umana nel campo della sanità, per effetto delle restrizioni improprie e di spirito elitaristico, così si riconosca che l’affollamento nelle classi è stato un provvedimento ministeriale sconsiderato; si provveda con l’occasione a rendere accettabile il rapporto numerico discenti - docenti.
E non si assecondi la convinzione - forse gradita in ambienti solo commercialmente interessati - che la scuola possa essere un video e non un’aula: sarebbe, non solo nella battaglia contro la Covid-19, una sconfitta irreparabile».
documento Accademia della Crusca Asli - scuola