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Nicola Castaldo

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"È da pazzi, è da savi, è bene, è male!" Ma cosa significa? Avete prima esplorato i segreti moventi di un'azione?"


Droga, prostituzione e contrabbando entrano nel Pil dell'Ue

Pubblicato da Nicola Castaldo su 22 Maggio 2014, 19:30pm

Tags: #droga, #pil, #contrabbando, #europa, #filosofia, #husserl, #prostituzione

Droga, prostituzione e contrabbando entrano nel Pil dell'Ue

E così alla fine anche le attività illecite come droga, prostituzione e contrabbando saranno conteggiate nel Pil: a renderlo noto è l'Istat che spiega le nuove linee guida per il calcolo del Prodotto interno lordo dei Paesi europei, appena varate da Eurostat. La nuova versione della contabilità Ue, arriva da una riconsiderazione delle regole a livello internazionale e potrebbe portare ad un aumento annuo del Pil compreso fra l'1 e il 2% per l'Italia. In realtà l'aumento del Pil sarà dovuto al diverso calcolo degli investimenti in ricerca e sviluppo che non saranno più conteggiati come uscite. Le stime per l'indotto illegale saranno, ovviamente, approssimative considerate le ovvie difficoltà di tracciare fiscalmente i traffici illeciti. Peccato perché, se si conteggiasse sul serio il giro di affari delle nostre organizzazioni criminali, ndrangheta in testa, potremmo ritrovarci a scalare la classifica dei Paesi virtuosi, altro che pigs!

In un'economia iper-liberista il concetto di business criminale è molto relativo, visto quanto fatto fin qui dalle banche di mezzo mondo con i titoli tossici e i mutui subprime: quindi la rivalutazione dell'economia sommersa è, da questo punto di vista, perfettamente logica e opportuna. Un'altro paradosso dell'Europa a trazione economica che, finché non troverà un fondamento "altro" continuerà a fare acqua da tutte le parti. Cosa può essere l'Europa ,al di là di una mera unione economica costretta a valutare anche i traffici illeciti per racimolare un punto di pil e non soccombere nell'arena dei mercati internazionali?

In una conferenza dal titolo "La crisi dell'umanità europea e la filosofia" , il pensatore tedesco Edmund Husserl rispondeva così a questa domanda: “Europa non va intesa geograficamente […]come se fosse possibile circoscrivere gli uomini che vivono sul territorio europeo e considerarli “l'umanità europea”. [...] Il termine Europa allude evidentemente all'unità di una vita, di un'azione, di un lavoro spirituale, con tutti i suoi fini, gli interessi, le preoccupazioni e gli sforzi, con le sue conformazioni finali, i suoi istituti, le sue organizzazioni [...] nell'unità di una forma spirituale”.

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